di Lorenzo Parolin[L8/297]
C’è da aver paura che il Sistema crolli e ci schiacci? Certamente sì, molte sono le cose che subiscono danneggiamenti nei crolli, ma più presto questo Sistema crollerà più presto si interromperà la rapina organizzata dalle classi dominanti ai danni di quelle serventi. Per chi è sotto sfruttamento, ciò che recupererà con la cessazione della rapina sarà di gran lunga superiore alle perdite da crollo; inoltre, nella ricostruzione avrà l’opportunità di impedire ai succhiatori di professione di sedersi di nuovo comodi. Ciò però presuppone che il popolo sia maturo e determinato a riappropriarsi di ciò che gli è stato sottratto. Prima di fare la rivoluzione bisogna perciò comprendere a fondo dove stiano le radici del male da colpire, altrimenti si rischia che ricompaia più virulento di prima. Il limite delle rivoluzioni è la fretta di rompere il giocattolo pieno di difetti senza sapere con che cosa sostituirlo. Preparati dunque bene alla rivoluzione e poi falla con determinazione. Come è facile da capire, l’oppresso non ha nulla da perdere dal crollo; mal che vada tornerà ad essere schiavo come prima. Ci tiene invece ad evitare il crollo chi occupi posizioni di privilegio: ne avrebbe gravi danni. A tale scopo i furboni minacciano di far saltare il Sistema per spaventare il popolo, il quale, per paura di perdere qualcosa, si lascia ogni volta “salvare” accollandosi sempre maggiori oneri futuri da sborsare. Sciocchi che non siamo altro! Lasciamolo crollare questo sistema marcio. Chi ha più da perdere sono i fannulloni organizzati. Disorganizziamoli con un bel crollo! Occorre prendere coscienza che la ricchezza la producono i lavoratori, e se anche perdono tutto nel crollo, con la loro efficienza possono ricostruire tutto in breve tempo, mentre i mungitori-parassiti avranno bisogno del lavoro altrui per riprendersi. E non si faccia l’errore di vendere il proprio lavoro di ricostruzione per dei pezzi di carta senza valore come avviene a tutt’oggi. I soldi sono solo uno strumento di dominio! Una comunità sana i soldi se li stampa in proprio; quelle malate come la nostra, invece, li chiede in prestito ai ricchi banchieri privati che li stampano senza alcuna copertura reale e in più li caricano di interessi. Svegliamoci! Sono i ricchi ad avere bisogno dei lavoratori, non i poveri ad aver bisogno dei soldi dei ricchi. La ricchezza non dipende dai soldi, ma dal lavoro. Facciamolo crollare questo Sistema, e mandiamo i ricchi fannulloni e i chiacchieroni perditempo a lavorare! Sono essi la causa della crisi con il loro mangiare senza produrre.
Se saremo disposti a perdere tutto, conquisteremo la libertà. Se avremo paura del crollo, resteremo schiavi per sempre.